E mi metto a pensare che ho lasciato ragazze samburu che a 9 anni sono già mogli, prima ancora di diventare donne; 20enni che magari hanno già tre bambini; 15enni che sono date in sposa a 70enni; ragazzi che dopo aver messo incinta una ragazza, pagando 2.000 Ksh –scellini kenyani- (equivalente di 20 euro) alla famiglia si sono tolti un “peso dalla coscienza” ed il caso è risolto. Ragazze che non finiscono nemmeno la scuola primaria perchè costrette a sposarsi. Tribù dove lo scopo è solo quello di procreare.
No lavoro..ci sono famiglie in cui neanche il padre lavora, ma continuano a fare figli. Non hanno un letto su cui dormire, ma ogni anno la moglie aspetta un bambino. E questo per cultura, tradizioni, mentalità, che in Korr (uno dei tanti posti del Kenya settentrionale) sono vive più che mai, essendo isolati dal mondo sia fisicamente che volontariamente: senza spostarsi, senza andare in città, a scuola, al lavoro (il loro lavoro è curare i greggi). Bambini, uomini, donne, anziani che non si lavano..mancanza d’acqua? Sicuramente.. mancanza di una semplice saponetta? Forse.
Lascio strade e paesaggio dove il camminare a piedi nudi è solo una cosa meravigliosa. Lascio bambini che di ciabatte non ne vogliono sapere. Lascio un posto dove non cresce frutta, nè verdura, per l’aridità e il troppo caldo. Lascio un posto a cui servirebbe un pò di pioggia. Lascio un posto nel mondo isolato dal mondo...
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