Monday, August 30, 2010

18 agosto 2010 KORR..

E ripartire ieri mattina. Destinazione: Korr. Partite alle 9,30am e accompagnate da Fr.Sebastian a Karen, io e Suzanne (la signora belga con della quale sono in compagnia) abbiamo preso il matatu fino a Nairobi, da lì cambiato e attraversato Nyeri, Nanyuki diretti a Isiolo.
Arrivate dopo 4 ore,appena scese dal matatu la confusione. Donne con il velo, alcune anche con il burqua; uomini con il cappellino, bancarelle ovunque, persone dappertutto; camminiamo tra la confusione, con gli occhi puntati addosso: a volte mi dimentico che qui è una rarità vedere dei mzungus, tra l’altro donne e da sole. Immersa in questi pensieri, osservando il via vai di gente, cercando di mimetizzarmi il più possibile, avvolgendomi con la sciarpa per difendermi dagli sguardi a volte troppo invadenti e dal vento che aveva iniziato a soffiare forte, improvvisamente vedo comparire davanti a noi, pian piano, una moschea.
Vista solo in televisione, la vedo per la prima volta in Kenya: grande e imponente, bianca e oro. E mentre la costeggiamo,ci passano davanti donne con velo e bambini, uomini che si dirigono a pregare (è periodo di Ramaddam). Sempre più frastornata, con la borsa che pesava sulle spalle, avrei voluto che arrivassero velocemente le 7, ma c’era da aspettare ancora due ore.. quando la provvidenza manda due uomini (un musulmano ed un missionario laico) che ci hanno scortato prendendosi cura di noi, ci hanno portato a mangiare, ci hanno accompagnato a pagare i biglietti per il bus (una specie di ricevuta) e ci hanno fatto compagnia per 2 ore..poi come sono arrivati, così sono scomparsi: improvvisamente.
Per arrivare a Isiolo sono stati attraversati una varietà di paesaggi: Nairobi centro, Nairobi zona industrie, Nairobi periferia, campi, villaggi rigogliosi con campi di banane, pomodori,ecc.. fino ad arrivare tra pochissimi alberi e tra i campi mandrie di mucche guidati da pastori.



Partiti finalmente alle 8pm, con un “pullman” pieno di famiglie, sacchi di mais, valigie, carico dentro e sopra, arriviamo a Laisamis all’una di notte, dopo altre 5 ore di viaggio. Tragitto su strada sterrata, avendo fatto una seduta di massaggi mentre dormivo, causa sassi di tutti i tipi e buche sul percorso. Ad aspettarci ci sono Fr.John, l’autista, un accompagnatore e quattro Masaai. Dopo un’altra ora e mezza di tragitto su una strada questa volta in terra e piena di buche, arriviamo.


Vegetazione è solo qualche albero sparso qua e là e terriccio bianco. Non più terra rossa e rigogliosa di qualche ora prima. Non più campi, non più persone..nulla. se avevo pensato che Muthiti fosse un villaggio isolato..beh, non avevo ancora visto questo. Caldo, fortunatamente mitigato dal vento, e nulla.


Al mattino visita degli unici edifici in cemento della missione. A mezzogiorno “zoom” da parte di Fr.Paul Antimi (sacerdote in Korr assieme a F.John Mwongi) sulla situazione di chi vive in queste zone. Se negli slum le donne usano l’acqua sporca, qui acqua non c’è. E quel poco che è condivisa da uomini e animali. Non c’è igiene (forse non sanno nemmeno che esistenza questo termine..).. non coltivano..non saprebbero come fare. Come pranzo del giorno a volte c’è solo una tazza di thè kenyano al mattino.
Vivono per gli animali (cammelli, capre, pecore) e vivono con loro. Non stanno fermi in un posto per più di un anno..sono nomadi. Non si curano e non sanno nemmeno di essere ammalati di colera, malaria o qualche altra malattia. È stato costruito un dispensary dove le suore fanno vaccinazioni, prelievi e prevenzione per done incinta, bambini e anziani. Ma a volte è come se le suore parlassero al vento. Non c’è sporco..perchè non c’è niente. Vivono in una capannina di 2 metri quadri, dove per entrare bisogna abbassarsi. Non hanno pentole, non bolliscono il latte né l’acqua; l’unico lavoro è curare gli animali stando in giro per più giorni. Vivono perchè devono vivere. E non si sa come facciano a sopravvivere. Per giorni camminano con cammelli, dormono con loro, bevono la stesa acqua..quando c’è.

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